Covid 19, il virologo Galli contro scettici e negazionisti
E’ scontro aperto tra Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano e Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano. Entrambi sono stati protagonisti indiscussi dell’emergenza COVID, calcando più volte la scena mediatica nazionale tra polemiche, polveroni e dichiarazioni inaspettate.
Galli non ha dubbi: “Il coronavirus non si è indebolito per niente”. Una replica a tutti coloro che hanno già dimenticato la grave emergenza sanitaria provocata dal COVID-19. Per questo secondo lui l’estate non fermerà il virus: “Temo che forse è stato detto troppo a favore di una certa rilassatezza sottolineando con frequenza che il virus si fosse indebolito. Poi però sono venuti fuori una serie di focolai che dimostrano che in realtà non si è indebolito per niente”.
Dalle sue dichiarazioni emergono pensieri poco rassicuranti per il futuro: “Non so cosa potrebbe capitare, ma dobbiamo essere preparati a qualunque evenienza”. Saranno solo frecciatine verso i negazionisti e gli scettici del COVID-19?
Di sicuro non è mancata la risposta di Zangrillo: “Non datemi del negazionista, il virus esiste ma la malattia è cambiata. Dire che il virus oggi non sta producendo una malattia clinicamente significativa non vuol dire affatto negare l’esistenza del Sars-Cov-2. Rifiuto in tutti i modi la definizione di negazionista”. E’ quanto affermato in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica.
Zangrillo ha insistito su un concetto: “Io riporto solo l’evidenza, ovvero che oggi il virus non produce una malattia clinicamente rilevante. Ma questo non vuol dire che il virus non esista piu’: sono stato il primo, gia’ ad aprile, a dire che dovremo convivere con il Sars-Cov-2 finchè non arrivera’ un vaccino”.